Si tratta di alloggi di accoglienza diffusa inseriti nella Rete Sai Minori e accreditati con il Comune di Milano.
Il servizio nasce nel 2013 per accogliere e guidare verso l’autonomia ragazzi tra i 15 e i 18 anni di nazionalità straniera giunti fin qui senza accompagnamento.
In questi anni abbiamo provato a essere i loro compagni di viaggio (che poi è la traduzione della parola Sputnik) lungo un percorso che racchiude numerose attività da fare insieme come lezioni di lingua, formazioni professionalizzanti, insegnamenti di educazione civica, supporto psicopedagogico e tanto altro ancora.
L’accoglienza in appartamenti diffusi sul territorio di Milano permette una maggiore integrazione.
L’8 marzo scorso, tra le tante persone scese in piazza, c’eravamo anche noi insieme ai nostri minori stranieri non accompagnati. Hanno scelto di esserci per ricordarci che i diritti delle donne riguardano tutte e tutti, sfidando i pregiudizi che spesso li etichettano.
Perché l’uguaglianza non è una questione “di qualcun altro”, ma un impegno collettivo. E non servono superpoteri per fare la differenza: basta iniziare dalle scelte di ogni giorno, da gesti come questo che mettono in discussione i luoghi comuni.
Questo è il nostro post dell’8 marzo, il 26 marzo. In una data come tante altre perché crediamo che il momento giusto per fare la nostra parte sia sempre adesso.
Crediamo sia importante cogliere ogni occasione per mostrare al territorio i nostri servizi, per farti conoscere e toccare con mano quello che succede vicino a casa tua. Abbiamo colto volentieri l’occasione della Sagra di Baggio per inaugurare il murales di Sputnik, aprendo così la nostra comunità per minori stranieri non accompagnati a chiunque volesse passare a visitarci.
L’opera muraria che ora colora il giardino della comunità è il frutto della creazione condivisa dei ragazzi di Sputnik con le artiste del corso di terapeutica artistica dell’Accademia di Brera che li hanno guidati nella raffigurazione astratta di tematiche legate ai loro diversi paesi d’origini. Hanno lasciato così una traccia del loro passaggio, un pezzo della loro vita attraverso l’arte che è un altro modo per trasmettere storie e tradizioni attraverso l’emozione.