Staccarsi dall’infodemia per dedicarsi al momento presente

La Treccani definisce con il termine infodemia la “circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.
È una sensazione che conosciamo, è quanto accade dall’inizio della pandemia. Siamo tutti inondati da notizie che alimentano la preoccupazione e il bisogno di rassicurazione e che giungono a noi senza filtri o mediazioni.

L’ansia, la paura o l’angoscia ci portano istintivamente a controllare ciò che ci circonda: cerchiamo la conferma di essere al sicuro e diveniamo particolarmente attenti a tutti i segnali di un possibile pericolo. La mente si predispone a selezionare gli elementi dell’ambiente per evitare ogni minaccia e istintivamente per prepararsi ai pericoli.
Una naturale inclinazione che ci spinge a compulsare continuamente informazioni preoccupanti.

Questo comportamento ha un nome: doomscrolling, ovvero l’ossessione per la ricerca di notizie negative che porta con sé, da una parte, la necessità di controllare l’ambiente in cerca di conforto e protezione da ciò che ci spaventa, e dall’altra l’illusione di preparaci nel caso in cui fossimo colpiti dall’evento terrorizzante.
Tuttavia, fintanto che rimaniamo immersi in notizie angoscianti, alimentiamo l’ansia che a sua volta sosterrà il bisogno di protezione. Si innesca così un circolo vizioso apparentemente senza fine.

Occorre quindi un atto di volontà e di consapevolezza per decidere di non continuare a replicare il “ciclo della paura” quando, effettivamente, non esiste alcun pericolo imminente.
Per fare ciò, possiamo decidere di mettere un limite temporale al nostro supposto bisogno di essere informati. Proviamo, ad esempio, a prendere consapevolmente una pausa, disconnettendoci dal mondo senza filtri delle notizie e ad osservare che il nostro benessere si trova nel qui ed ora, nelle relazioni interpersonali e nelle attività che svolgiamo con attenzione e dedizione.
Scopriremo che, quando ci dedichiamo a ciò che per noi è piacevole e gratificante, il bisogno di cercare “fuori” si affievolisce mentre aumentano gioia e benessere.

Proviamo a ricordarci di godere degli spazi di felicità che ogni momento può regalarci quando nessun pericolo è alle nostre porte, ma solo sugli schermi dei telefoni.

 


Contributo a cura di Francesco De Angelis
Responsabile di Tangram
francesco.deangelis@equacooperativa.it 

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